acquario con piante

Lo speciale piante è stato realizzato in collaborazione con Anubias.com: che Propone al mercato acquaristico giovani piante di ottima qualità, geneticamente selezionate, resistenti alle malattie, fortemente radicate e pigmentate, pronte per dare immediatamente nuova luce e colore all’acquario. Da giugno 2008, Anubias è orgogliosa di annoverare tra i suoi collaboratori uno dei più famosi "Aquascaper" a livello mondiale, il danese Jan Ole Pedersen, collaboratore dell'azienda danese Tropica da 1996 al 2004, ed in qualità di free lance dal 2004 al 2007.

Certamente una delle maggiori attrattive per chi desidera un acquario è la vista di un vasca ricca di una densa vegetazione acquatica tra cui guizzano pesci dai vivaci colori. Le piante acquatiche servono per molti scopi: oltre ad ostentare la propria bellezza, servono come depuratori dell'acqua, come rifugio e come ambiente per la deposizione delle uova da parte dei pesci. Come i pesci, anche le piante hanno forme, dimensioni e ambienti naturali diversi e si possono considerare limitate da due soli fattori: non si spostano e molte sono assai delicate.

Nel progettare lo schema di un acquario, bisogna cercare di mascherare la sua evidente forma di "cassa". Le piante hanno un'importante funzione a questo scopo, in quanto possono nascondere gli angoli della vasca e, se piantate con cura, possono creare l'illusione ottica di "allungare" in profondità la vasca. La gran parte delle piante acquatiche sono specie radicanti che richiedono quindi un substrato su cui svilupparsi. La ghiaia di un comune acquario, sebbene sia abbastanza adatta come substrato per radicare, per certe specie esotiche può essere arricchita con una miscela di terreno fertile e torba. Vi sono in commercio preparati con cui alimentare le piante acquatiche, senz'altro da preferire a una miscela fatta da noi.

PROTOCOLLO D'ALLESTIMENTO DI UN ACQUARIO E DI FERTILIZZAZIONE SECONDO ANUBIAS, DALLA A ALLA Z
Scritto da Davide Donati
1. Pulire e preparare la vasca vuota
2. Allestire il filtro (meccanico-eventualmente chimico-biologico)
3. Posizionare il substrato nutriente FONDO ATTIVO sul fondale, con uno spessore di almeno 3 cm
4. Posizionare il substrato ornamentale, ghiaia o sabbia
5. Immettere l’acqua con i giusti parametri, cercando di evitare l’intorbidimento
6. Immettere le piante nel giusto allestimento
7. Somministrare Supra Base, per iniziare a maturare il filtro, chelare sostanze nocive, ecc.
8. Attendere una settimana ed effettuare un cambio d’acqua del 30% circa
9. Integrare Supra Base per completare l’attivazione del filtro
10. Immettere i primi pesci ed invertebrati, in basso numero e soprattutto erbivori
11. Iniziare la somministrazione di Linfadoro, magari a dosi inferiori rispetto all’etichetta per i primi 15 giorni.
12. Nel giro di 6 settimane immettere tutti i pesci previsti, dando preferenzialmente la precedenza quantitativa alle piante rispetto ai pesci.
13. Mantenere la somministrazione di Linfadoro per:
• vasche in cui le piante sono poche e marginali;
• vasche con pesci grossi e/o numerosi;
• vasche con presenza esclusiva di piante a lenta e lentissima crescita come Anubias, felci palustri e Cryptocoryne;
• lo stesso tipo di concimazione può essere consigliato anche a chi vuole seguire ancora i dettami classici di nutrizione.
14. Dopo 1-3 mesi (a seconda delle specie presenti), quando le piante dimostrano di essere perfettamente attecchite e vitali, e manifestano in qualche caso sintomi di carenza, si può iniziare la somministrazione di Supra Duo A e B, Supra Dies, Supra Eximia.

Si consiglia in ogni caso un regolare programma di cambi (10-15% settimanale o 20-30% quindicinale), un regolare monitoraggio dei parametri dell’acqua (da mantenere su valori ottimali) ed una regolare manutenzione del filtro.

Indispensabile una adeguata illuminazione.
È comunque inevitabile che:
- durante la prima settimana l’acqua tenda ad essere opalina, quasi biancastra, effetto che poi scema o naturalmente con gradualità o molto più velocemente grazie a Supra Base;
- le alghe facciano la loro comparsa durante il primo mese/mese e mezzo, mentre le piante attecchiscono ed il filtro matura. Spariranno naturalmente se le piante attecchiranno perfettamente, ma di grande aiuto è l’introduzione di alghivori come Neritina sp., caridine varie, Epalzeorhyncus, ecc.

ATTENZIONE: qualsiasi tipo di additivo per acquari (biocondizionatori, fertilizzanti, ecc.) è costituito da sostanze che influiscono sullo sviluppo vegetale ed animale. Indipendentemente dalla marca, le dosi indicate in etichetta sono le MASSIME UTILIZZABILI.

Qualsiasi eccesso può determinare conseguenze più o meno gravi come arresto vegetale, comparsa di alghe, forti deformazioni o addirittura la morte degli organismi presenti in vasca. Assicurarsi sempre che non siano superate le dosi di fertilizzante indicate in etichetta.
Sarà comunque l’esperienza dell’acquariofilo (o di chi lo introduce all’acquario) a valutare di caso in caso se diminuire o rarefare le dosi, in funzione delle piante presenti (rapida o lenta crescita, ecc.), della loro quantità, del loro tasso di crescita, della loro colorazione, ecc.
Questo Speciale Piante viene integrato da articoli scritti da Davide Donati consulente dell'Azieda Agricola ANUBIAS, Iniziamo con un evento importate svoltosi l'anno scorso che è Acquatica 2008: Presso il centro fieristico di Ferrara si è tenuta, la mostra di acquari ACQUATICA, organizzata da AIPA (Associazione Italiana Pesci e Acquari). Anubias ha partecipato allestendo gli acquari presenti con le sue piante, in modo da ricreare un gran numero di biotopi diversi.

Utricularia graminifolia: Una delle piante più in voga su forum, siti internet e riviste del settore è una pianta carnivora, Utricularia graminifolia:viene spesso presentata in meravigliosi tappeti che riempiono ogni dove in un acquario, tanto belli da apparire quasi irreali per la loro bellezza, soprattutto se intervallati da sassi scuri levigati e pietre. Nei forum è argomento ampiamente riportato e dibattuto, ma sono soprattutto le difficoltà nel farla crescere o semplicemente attecchire in acquario a tenere banco. Viste le notevoli ed ingenti richieste, l'azienda Anubias ha selezionato per la sua affezionata clientela una particolare varietà di U. graminifolia, sviluppata in pratici ciuffetti da incastrare direttamente nel fondale o tra le rocce, oppure da aprire a mo di pratino. Per dare maggiori informazioni a proposito della pianta, riportiamo di seguito un brano estrapolato dal sito dell'associazione italiana piante carnivore, www.aipcnet.it:

"Dato il gran numero di specie, i coltivatori le dividono per comodita' in utricolarie terrestri, epifite e acquatiche. Le terrestri si coltivano abbastanza bene in terreni misti 1:1 torba-perlite oppure torba-sabbia di quarzo. Si sistema il vaso in posizione ombreggiata e con costante apporto di acqua da osmosi (o distillata) nel sottovaso. La temperatura dovrebbe oscillare sempre tra i 15 e i 30'C durante tutto l'anno, senza bisogno (generalmente) di riposo invernale. I fiori di queste specie sono piccoli ma coloratissimi. Per un piccolo numero di specie e' necessario tenere il livello dell'acqua a livello del terreno..."

U. graminifolia è una di queste piante, poiché vive in zone paludose poverissime di nutrienti, sommerse da un sottile velo d'acqua, che ricopre solo gli otricoli (le trappole a forma di anfora, che in questa specie si sviluppano generalmente a livello del colletto, su foglie modificate o su rizoma), mentre le foglie vere e proprie necessitano di rimanere emerse affinché la pianta possa vegetare e crescere al meglio. Per questo motivo la coltivazione completamente sommersa di piante selvatiche può risultare difficoltosa, con tempi lunghi di adattamento se le condizioni non sono ideali, durante i quali la pianta non vegeta o molto spesso ingiallisce e muore. Ben conscia delle necessità degli acquariofili, l'azienda Anubias ha selezionato un ceppo di Utricularia robusto e vitale, adattabile alla sommersione in acquario, dove forma splendidi prati. Si consigliano acque molto limpide, lievemente acide e tenere, ed è importante una somministrazione regolare di supplementi fertilizzanti, in particolari ferrosi.
Pogostemon helferi
Scritto da Davide Donati
Periodicamente vengono lanciate sul mercato acquariofilo piante di recente scoperta, le cui caratteristiche possono poi con il tempo comportarne l'affermazione sul mercato o la scomparsa in breve tempo. Pogostemon helferii è una pianta scoperta recentemente nel Sudest Asiatico, ancora poco conosciuta ma le cui caratteristiche sono molto interessanti per la coltivazione in acquario, tanto da poter mettere la mano sul fuoco sulla sua affermazione sul mercato: si tratta di una pianta adattabile, che cresce con parametri ambientali piuttosto diversi, e pur non necessitando una forte illuminazione, l’abbondanza di luce garantisce una crescita compatta e bassa, con internodi corti.
La sua facilità di coltivazione la rende adatta al neofita come all'esperto.

Anche l'aspetto di P. helferi è accattivante: le foglie, disposte quasi in verticilli di 4-6, sono lanceolate allungate, con bordo chiaramente ondulato, verdi intenso, capaci di donargli una chiara parvenza di di stella.
La sua caratteristica principale è di crescere limitatamente in altezza ma di avere un portamento strisciante con produzione continua di radici avventizie, tanto da ottenere con il tempo uno sviluppo tappezzante, a formare "prati" densi e compatti, molto idonei al primo piano dell'acquario.
L'effetto è ancor più evidente se le piante vengono disposte ravvicinate, meglio se tra piccole pietre, che possono arrivare a coprire completamente.
Mangrovie: come abbattere nitrati e fosfati in un acquario marino
Scritto da Davide Donati
La mangrovia (Rhizophora mangle) è un vero e proprio albero capace di sopravvivere ed anzi prosperare immergendo le proprie radici in acque salmastre e salate in paesi tropicali.
L’importanza ecologica della mangrovia è enorme, tanto che il mangrovieto (bosco di mangrovie) costituisce un vero e proprio ecosistema, fondamentale per la sopravvivenza di un numero enorme di creature.
Tali creature, però, producono grandi quantità di rifiuti organici, ma ciò non costituisce un problema per la mangrovia, in quanto il suo habitat tipico sono proprio le acque sature di sostanze di rifiuto, a bassa quantità di ossigeno e alta concentrazione di detriti, in un substrato di sabbia o fango.
Questa capacità filtrante, rivolta soprattutto verso nitrati e fosfati, può essere favorevolmente sfruttata nell’acquario salmastro e marino, in quanto questi nutrienti costituiscono delle vere e proprie bestie nere per l’acquariofilo.
Sono stati effettuati test per verificare effettivamente quale sia l’attività filtrante da parte di 10 piante di mangrovia, inserite in un acquario marino di medie dimensioni (metodo berlinese): se il primo giorno i nitrati misuravano oltre 100 mg/l e i fosfati 1.0 mg/l, dopo appena un mese i valori di questi nutrienti se erano praticamente azzerati, mentre la salinità si era ridotta minimamente. (fonte: internet)

Anubias, per venire incontro alle richieste dei propri clienti, ha pensato di iniziare la coltivazione della mangrovia, e di fornire piante radicate e con foglie ben sviluppate.
La coltivazione della mangrovia in acquario, al fine di sfruttare le sue eccezionali capacità di assorbimento di nitrati, non pone grandi problemi:
- in acquari bassi si possono posizionare direttamente le mangrovie con le radici nel fondo (preferibilmente sabbioso), facendo emergere la parte aerea della pianta, in modo che le foglie possano svolgere tutti gli scambi aerei necessari;
- si possono inserire le piante direttamente tra le rocce, ma in questo caso la crescita sarà lentissima;
- in vasche profonde, è possibile inserire le radici delle piante in piccoli vasetti traforati riempiti di sabbia, che poi andranno ancorati al bordo. Si tratta di una soluzione efficace, ma poco estetica;
- una soluzione che concilia estetica e resa è praticare dei grossi fori a fondo cieco in delle rocce, che verranno piazzate sommerse ma in prossimità della superficie. Ciascun foro fungerà da vaso, nel quale inserire le radici della mangrovia , ricoprendole di sabbia;
- è possibile creare infine un vero e proprio filtro a mangrovie, facendo circolare l’acqua dell’acquario in un’apposita vasca esterna, nella quale vengono coltivati in un substrato sabbioso vari esemplari di mangrovia.
Per la coltivazione sarà bene:
- far fuoriuscire dall’acqua la parte apicale della pianta,
- garantire una temperatura di 24-30°C,
- garantire una buona illuminazione mediante lampade HQI o perlomeno neon a spettro solare, con un’intensità di almeno 150 W per 8-12 ore al giorno. La fonte luminosa dovrà essere piazzata ad una certa altezza sopra la pianta, non in diretto contatto con le foglie.
Eleocharis parvula: un papiro nano in acquario Eleocharis parvula è una delle piante da primo piano più in voga negli ultimi anni. La sua sorella maggiore, Eleocharis acicularis, infatti, risultava essere troppo alta e inadatta ad acquari di piccole dimensioni e così tra gli appassionati si è diffusa la mania della Eleocharis parvula o pusilla.

Dietro al suo nome e al suo aspetto da pianta delicata ed esile si nasconde una pianta assolutamente robusta che può risultare anche invadente in acquario in pochi mesi. Un volta attecchita in un substrato fertilizzato, leggero, poroso e di granulometria fine, la pianta impiega circa una settimana a muovere le prime radici nella sabbia e dopo appena due settimane avrà già prodotto numerosi stoloncini con nuove giovani foglie. La pianta sommersa non supera i 7-10 cm di altezza, e può essere regolarmente potata con delle forbici affilate per stimolare la produzione di stoloni e regolare l’altezza delle foglie. La pianta infatti risente poco del taglio e dopo pochissimi giorni reagisce producendo nuove giovani foglie più basse, se ben illuminate.

La crescita è spesso regolata infatti sia dalla granulometria del substrato che può impedirne la crescita ( se i granelli di ghiaia sono troppo grandi) sia dall’illuminazione scarsa che può rallentarne la crescita oppure farle produrre foglie più alte e rade. Periodicamente è necessario inserire alla base delle radici delle capsule di fertilizzante a cessione graduale che consentono alla pianta di superare eventuali stress da taglio e carenze nutrizionali. L’Eleocharis deve essere piantata suddividendo il vasetto in piccole porzioni affinchè le giovani piantine così separate vengano disposte in primo piano distanti qualche centimetro una dall’altra.

Eleocharis parvula viene coltivata emersa nelle nostre serre e spesso può risultare molto simile alla comune Eleocharis acicularis, le piantine infatti sono molto simili se emerse, l’unica differenza è nel numero di infiorescenze che producono fuori dall’acqua. In acquario invece le due piante, una volta attecchite, producono foglie di altezza diversa che ne consentono un rapido riconoscimento. Dunque le due piante che potrebbero sembrare identiche a prima vista, saranno ben diverse una volta cresciute dentro i vostri acquari. Non rimane adesso che richiedere presso i vostri rivenditori di fiducia Anubias questa nuova piantina, Eleocharis parvula è già disponibile!

Piante acquatiche
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