Progetto Salviamo la testuggine sarda

Associazione naturalista (no profit) per la salvaguardia delle tartarughe 

( socio W.W.F. ) Agostino Montalti (presidente Tarta Club Italia)
www.tartaclubitalia.it


Progetto: “Salviamo la testuggine sarda”
Articolo di Agostino Montalti
Tarta Club Italia www.tartaclubitalia.it
di Agostino Montalti (presidente Tarta Club Italia)

Da ormai diversi anni il Tarta Club Italia  rappresenta una realtà che si occupa a 360 gradi delle testuggini in Italia.
Nato per rispondere alle esigenze di appassionati e allevatori, fin dall’inizio della propria attività ha preso a cuore l’aspetto conservazionistico instaurando una proficua collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio...

Le testuggini in Sardegna
L’isola di Sardegna rappresenta oggi l’unica realtà territoriale di tutta l’area mediterranea in cui tre specie di testuggine terrestre (T. graeca, T. hermanni e T. marginata) coabitano simpaticamente. Accanto a ciò, le caratteristiche di molti territori della Sardegna (scarsa antropizzazione, presenza di aree relativamente incontaminate…), permettono ad oggi la sopravvivenza di popolazioni ancora relativamente consistenti di questi particolari rettili.
Queste considerazioni devono far pensare ad interventi efficaci e concreti che mirino alla salvaguardia di un tale patrimonio faunistico già altrove, specie in Italia, scomparso o gravemente compromesso.

Premesse
Tutte e tre le specie appartenenti al Genere Testudo endemiche sul Territorio Nazionale sono protette da leggi nazionali ed internazionali e vengono, anche se con una certa variabilità soggettiva, considerate a rischio di estinzione.
Ciò nonostante è difficile se non impossibile reperire dati concreti e aggiornati sulla consistenza, la distribuzione e sullo status delle popolazioni di testuggini selvatiche in Italia.
Per colmare tali carenze e per poter avviare dei programmi di gestione e salvaguardia di questi animali è necessario promuovere un’attività di studio in modo serio, competente e in grado di garantire continuità nel tempo.
Di seguito sono indicati alcuni campi di interesse verso i quali è opportuno indirizzare attenzioni e risorse.

Genetica di popolazione
L’unica specie di testuggine terrestre endemica in Sardegna è T. hermanni hermanni e non è noto se e in qual misura tale taxon sia correlato con le popolazioni presenti nelle aree continentali (Italia e Francia).
Per T. graeca e T. marginata la situazione è ulteriormente più complessa: sicuramente sono state introdotte dall’uomo in varie epoche storiche ma anche in questo caso non sono note le correlazioni con le altre popolazioni presenti nell’area mediterranea.
Studi al riguardo sono fondamentali per acquisire una conoscenza di base sullo stato delle popolazioni di testuggine e costituiscono una premessa indispensabile per tutti i programmi di conservazione ed, eventualmente, di reintroduzione.

Censimento e Dinamica di popolazione

Accertare la densità delle popolazioni più significative e confrontare i dati ottenuti nel corso del tempo è l’unico modo per avere il polso della situazione.
L’analisi della composizione all’interno di una popolazione (maschi/femmine, giovani/immaturi/adulti) permette poi di avere previsioni sull’andamento futuro della popolazione stessa e fornisce elementi essenziali per un eventuale intervento.
Non ha alcun senso parlare di rarefazione o declino di una specie senza poter aver accesso a questo tipo di dati e, parimenti, senza tali elementi, non è possibile avviare alcun progetto serio di salvaguardia.

Impatto Umano
Uno degli aspetti che sempre viene invocato quale responsabile della rarefazione di una specie è il prelievo di esemplari selvatici da parte dell’uomo.
Certamente tale pratica, soprattutto per animali lenti e privi di capacità difensive come le testuggini, esiste e va condannata e combattuta tenacemente.
Accanto a ciò vanno però considerati altri aspetti che sicuramente contribuiscono, probabilmente in misura considerevole, alla rarefazione di una specie; tali cause vanno studiate, identificate e, dove possibile, corrette.
Si pensi alla distruzione degli habitat, all’inquinamento, all’uccisione diretta involontaria o alla distruzione di nidi da parte di veicoli.
In tal senso, in un territorio come la Sardegna, turismo, urbanizzazione, attività agricole, industriali e militari sono certamente corresponsabili della rarefazione di specie vulnerabili come le testuggini mediterranee.



Fenomeni Naturali
Molti animali selvatici carnivori includono nella loro dieta esemplari di testuggine; a farne le spese sono spesso individui giovani o immaturi ma anche esemplari adulti possono essere oggetto di una certa attività predatoria così come le uova all’interno dei nidi.
Basti pensare ad aquile e altri rapaci, volpi, corvi e cornacchie, gabbiani e persino ratti.
E’ del tutto ignota quale sia la quota di animali regolarmente predati ma è certo che l’affermarsi di specie quale il cinghiale, le cui popolazioni sono segnalate in aumento in molte aree della Sardegna, può incidere in modo determinante sulla riduzione delle testuggini.
Accanto a questo non si ha alcuna informazione sull’ecopatologia delle popolazioni di testuggine e il ruolo di agenti infettivi, quali micoplasma ed herpes virus, dagli effetti devastanti nelle popolazioni in cattività e in popolazioni naturali come negli USA, rimane del tutto sconosciuto per quanto riguarda le popolazioni italiane.
Anche fattori meteorologici quali le fluttuazioni delle temperature o l’andamento delle precipitazioni nel corso di annate diverse sono fattori in grado di incidere sulle dinamiche di popolazione.
Correlare tali eventi con le informazioni sopra elencate apporterebbe ulteriori preziosi elementi nella comprensione delle problematiche di conservazione.

IL PROGETTO

Il progetto prevede la raccolta di dati di natura biologica e medico veterinaria su esemplari di testuggine selvatica presenti in Sardegna in aree già identificate e nelle quali è accertata la presenza di popolazioni, soprattutto per quanto riguarda Testudo graeca graeca sarda, che sembra in gravissimo rischio di estinzione, essendo molto probabilmente presente in un’unica zona.
La direzione dei lavori sarà affidata a persone di comprovata esperienza che saranno presenti in tutte le fasi di raccolta e i risultati verranno resi disponibili in un rapporto finale.
Si prevede inoltre il coinvolgimento degli Enti e delle Istituzioni Locali, ovviamente dietro loro parere favorevole e nella misura prevista da accordi da stipulare.
In questo senso si ritiene di poter coinvolgere la Regione Sardegna, la Provincia di Oristano e i comuni interessati; dal punto di vista scientifico la Facoltà di Medicina Veterinaria di Sassari e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Regione Sardegna mentre per le attività di controllo il Corpo Forestale dello Stato.
Le operazioni si svolgeranno in tre fasi di cui due di circa 4 giorni ciascuna, saranno dedicate alla raccolta di campioni di sangue mentre la terza fase sarà dedicata solo alla ricerca dei siti e della quantità degli esemplari, evitando la stagione degli accoppiamenti (indicativamente metà aprile e inizio di settembre),
Per ogni esemplare verranno annotati dettagli del luogo, ora e condizioni climatiche del ritrovamento, il tipo di attività, sesso, peso, dimensioni ed età stimata e scattate foto segnaletiche.
Addizionalmente sarà prelevato un campione di sangue per analisi genetiche, ematologiche, biochimiche e sierologiche, nonché del materiale fecale per indagini parassitologiche e batteriologiche; i soggetti rinvenuti morti saranno sottoposti ad esame necroscopico.

Al rilascio ogni esemplare sarà marcato sul carapace con vernice atossica per evitarne la successiva ricattura.
Da valutare inoltre la possibilità di svolgere ulteriori indagini quali analisi del contenuto fecale per la determinazione della dieta, esame delle urine e ricerche tossicologiche così come la possibilità di inoculare microchip sottocutanei per permettere una successiva identificazione dei singoli individui in previsione di futuri monitoraggi e per attività di controllo delle catture illegali.
Il progetto nasce con la speranza di essere il primo passo per una corretta analisi della situazione delle Testudo in Sardegna, con particolare interesse verso la specie più a rischio d’estinzione(Testudo graeca graeca sarda) e per poterne individuare un futuro piano d’intervento, in concomitanza con la possibile creazione di un centro di recupero e riproduzione in loco.