Crescono a livello globale gli investimenti nel settore dell’acquacoltura parallelamente all’aumento della domanda di pesce d’allevamento per soddisfare il bisogno proteico della popolazione mondiale. Nei Paesi a più rapido sviluppo come la Cina le persone stanno modificando la propria dieta includendo fonti di proteine più costose. La preferenza va innanzitutto alla carne di pollo e di maiale, seguita da quella bovina: questa scelta è tuttavia poco sostenibile, specialmente se si considera la quantità abnorme di acqua e grano necessaria ad allevare bovini. Molti credono perciò che il pesce d’allevamento sia la soluzione, perché costituisce un’ottima fonte proteica e può essere allevato in maniera sostenibile. Secondo i banchieri, gli imprenditori e gli investitori di tutto il mondo che si sono riuniti la settimana scorsa a Ginevra in occasione del Global AgInvesting Europe 2010, l’acquacoltura è il modo migliore per rispondere alla domanda di proteine a livello mondiale. Pesci d’allevamento come la tilapia non avrebbero alcuna difficoltà a trovare un gran numero di consumatori, dal momento che è ovvio che le persone vadano alla ricerca di fonti proteiche a basso costo. Secondo alcuni investitori l’acquacoltura è senz’altro più sostenibile, eviterebbe infatti la distruzione ambientale e il sovrasfruttamento delle risorse, attraendo così anche i consumatori dei mercati più sviluppati. Gli investitori concordano in particolare sul fatto che certi mercati, come quello dell’America Centrale e del Sudest asiatico, possano giocare un ruolo chiave nell’acquacoltura, soprattutto considerando che sono proprio questi i Paesi che meglio padroneggiano attualmente le pratiche di allevamento.

fonte google new by zootecnews.com