Grazie alla loro composizione in nutrienti le carni degli animali acquatici sono tra i più importanti alimenti per l’uomo ed i nutrizionisti ne raccomandano un uso costante in tutte le fasce di età e nei diversi stati fisiologici.
Questi alimenti, se opportunamente trattati e conservati sia allo stato fresco che congelato, sono considerati tra i più sicuri da un punto di vista igienico sanitario, anche se tra alcune specie che vivono allo stato selvatico sono presenti delle sostanze tossiche naturali che possono provocare gravi danni ai consumatori. Inoltre i pesci selvatici che vivono in acque contaminate possono contenere “residui” di sostanze chimiche potenzialmente dannose. Infine i pesci, ma anche i molluschi ed i crostacei, possono essere il veicolo di microrganismi patogeni per l’uomo anche se, apparentemente, il loro stato di salute è ottimale.

Una risposta positiva per garantire ulteriormente il consumatore può venire dall’acquacoltura. Infatti, allevando i pesci in ambienti controllati ed utilizzando mangimi a loro volta controllati per l’assenza di contaminanti pericolosi, è possibile ottenere delle carni che da un punto di vista igienico-sanitario possono essere migliori di quelle degli animali selvatici che hanno vissuto in acque contaminate.
L’allevamento di animali acquatici presenta però numerosi problemi di cui forse il più importante è rappresentato dal rischio della comparsa e della rapida diffusione delle malattie a carattere infettivo, che oltre a compromettere lo stato di salute degli animali ed anche la qualità igienico sanitaria delle carni prodotte, possono anche ridurre drasticamente la produttività delle aziende con gravi ripercussioni economiche.
In ogni caso è importante rilevare l’impegno degli allevatori per mantenere le acque in cui vivono gli animali in condizioni igieniche ottimali, inoltre è opportuno effettuare degli interventi di profilassi vaccinale e, nel caso della comparsa di malattie, intervenire con farmaci adeguati.
Per ottenere e mantenere in buone condizioni di salute gli allevamenti è necessario di poter disporre di disinfettanti ambientali, prodotti immunologici e farmaci da utilizzare nelle varie occasioni, tenendo comunque presente che il loro impiego non è esente da rischi per la salute degli animali, dei consumatori ed anche per l’ambiente.
Gli animali acquatici che vengono esposti ai vari prodotti possono andare incontro a patologie iatrogene anche molto serie che possono provocare delle morie: basti pensare al rischio dell’impiego del rame o della formaldeide come disinfettanti delle vasche, che ad elevate concentrazioni possono essere letali per alcuni pesci.
Per i consumatori può esserci il rischio della presenza di residui nelle carni dei pesci di farmaci veterinari che vengono somministrati. Le varie sostanze che risultano utili ed efficaci in acquacoltura a volte possono possedere pericolose attività tossicologiche che ne compromettono le possibilità applicative anche in considerazione del fatto che i pesci hanno “ritmi” metabolici più lenti degli animali a sangue caldo e le deplezione dei residui può essere molto ritardata.

Altro aspetto importante da prendere in considerazione è quello dei rischi ambientali. Gli allevamenti degli animali acquatici non sono confinati ed isolati dall’ambiente circostante per cui gli effluenti che contengono residui alimentari, deiezioni, ecc., possono facilmente “contaminare” un intero bacino sia esso un lago, un fiume o il mare. Pur tenendo conto che esiste quasi sempre un fattore di diluizione molto elevata, non si possono escludere
effetti tossici su altri organismi acquatici ed anche fenomeni di bioaccumulo in organismi animali o vegetali presenti.
Tra i farmaci che vengono impiegati in acquacoltura quelli ad attività antibatterica rivestono un ruolo di fondamentale importanza; questi farmaci presentano un rischio molto importante che è quello della farmacoresistenza indotta nei batteri. Si tratta di un fenomeno molto importante che si manifesta con maggiore frequenza quando le sostanze antibatteriche sono presenti a concentrazioni modeste e nelle condizioni ambientali che caratterizzano gli allevamenti possono istaurarsi questi fenomeni.

I vari problemi che sono stati elencati sono ampiamente previsti dalle vigenti disposizioni di legge ed infatti in acquacoltura, come in ogni altra forma di allevamento, possono essere impiegati soltanto vaccini, farmaci, antibatterici e disinfettanti che risultino inseriti in “liste positive” e quindi sono state valutate per le loro caratteristiche di efficacia e di sicurezza di uso. Il lavoro di Guandalini, “Vademecum - Farmaci e disinfettanti utilizzabili inacquacoltura in Italia e nei paesi UE”, realizzato dall’Api con il contributo del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dimostra quale sia il rigore che le autorità sanitarie applicano nella registrazione dei farmaci veterinari offrendo nel contempo un punto di riferimento tutti coloro che operano a vario titolo nel settore dell’acquacoltura riguardo un corretto utilizzo degli stessi.
Va anche aggiunto che i farmaci, sotto qualsiasi forma, possono essere impiegati soltanto a seguito di una prescrizione di un veterinario che, prima della ricetta, deve aver fatto una diagnosi della malattia che si deve curare. Purtroppo, almeno in Italia, le specialità medicinali ed anche i prodotti per i trattamenti di bonifica e disinfezione degli impianti registrati, non sono molti e ciò rappresenta un limite per i veterinari e gli allevatori che non dispongono di un “armamentario” farmaceutico adeguato. Sarebbe molto utile se le aziende farmaceutiche specializzate, utilizzando i farmaci per i quali esiste un MRL per i pesci, intensificassero gli sforzi per registrare nuove specialità in modo da fornire una più vasta gamma di prodotti. D’altra parte gli allevatori dovrebbero a loro volta porre la massima attenzione possibile ad evitare abusi o usi impropri di farmaci veterinari per pesci anche per evitare le lamentele delle industrie farmaceutiche che non trovano conveniente investire in ricerca in un settore che, come dicono, non offre sufficienti margini di guadagno.

L’impiego dei farmaci in acquacoltura comporta degli importanti benefici e non soltanto economici, ma anche nella qualità igienico sanitaria degli alimenti di origine ittica; i rischi sono commisurati al rispetto delle norme da parte degli allevatori. Tale rispetto comporta la sicurezza pressoché totale per gli animali, l’uomo e l’ambiente e, sicuramente, verrà apprezzato dai consumatori che potranno acquistare e mangiare in tutta tranquillità i pesci, molluschi e crostacei dei nostri allevamenti preferendoli magari ai tanti (e forse troppi) prodotti di importazione.
Agostino Macrì

Dipartimento di Sanità Alimentare ed Animale
Istituto Superiore di Sanità – Roma