di Enzo Alibrandi

E’ bene comunque sottolineare come, il tema delle malattie trasmesse dai pesci all’uomo non sia una novità piuttosto eclatante; da tempo sappiamo che i pesci dei nostri non sono poi cosi “puri” come si pensa, a causa dell’assorbimento da parte di quest’ultimi di sostanze dannose per la salute umana quali mercurio o idrocarburi. Sicuramente l’acquacoltura a circuito chiuso gioca un ruolo determinante a favore della salute umana in quanto viene prodotto sempre del pesce ma con caratteristiche diverse da quello pescato in mare aperto. Questi i punti fondamentali:

1.    Il pesce allevato in impianti a circuito chiuso non è a contatto continuo con queste sostanze, grazie anche a sistemi di filtraggio sempre più innovativi.
2.    Vige un maggior controllo della salute stessa del pesce, evitando cosi l’innesco di ceppi di patologie, alcune trasmissibili all’uomo con il consumo di carni del pesce.
3.    Il cibo fornito ai pesci viene accuratamente controllato, al fine di rispettare le esigenze specifiche degli animali e cosi garantire un prodotto completo al consumatore finale senza rischi alcuni.

Pertanto possiamo definire l’acquacoltura moderna e, più nello specifico, quella a circuito chiuso, come una valida alternativa al prodotto presente in mare sia in materia di sicurezza e, a volte, di qualità. Per quanto riguarda la trasformazione del prodotto per il consumatore finale, l’attuale normativa CEE 96/2406 stabilisce come, prima della trasformazione, viene effettuata dagli operatori dell’impianto di allevamento, un’attenta selezione dei pesci per la lavorazione in base ai criteri stabiliti da questa normativa, in materia di controllo qualità e freschezza del prodotto; questi criteri si basano su controlli organolettici del pesce, quindi controllo degli occhi (vispi e non incavati), odore (classico odore di “mare”), opercoli branchiali (colore rosso e non marrone), solo per citarne alcuni. Dopo di che, se il prodotto è destinato alla spedizione per intero, viene contrassegnato con un bollo CEE dall’operatore ASL, che garantisce il rispetto delle varie procedure di controllo. Nel caso il prodotto sia destinato alla lavorazione, sulla confezione o imballo del prodotto verrà immessa un’etichetta contenente i dati quali provenienza del pesce, specie, e il relativo marchio che attesta l’esito positivo di tutti i controlli sanitari effettuati.

Infine, è doveroso fare un appunto sul tema acquacoltura. Come abbiamo visto l’acquacoltura è un settore ampio e in forte crescita e sarà cosi per molto tempo ancora ma, solo se l’Unione Europea metterà a disposizione fondi adeguati all’incremento di questa nuova industria ittica. Con la crisi economica, diversi allevatori hanno dovuto chiudere bottega a causa delle società bancarie che hanno diminuito i fondi e spesso, non fornirli proprio a chi ne faceva richiesta. La situazione sembra migliorare ma senza un apporto economico adeguato, l’acquacoltura come attività diminuirà fino a scomparire. Sicuramente una perdita gravissima, visto la panoramica attuale dell’acquacoltura, che viene considerata come “ancora di salvezza” per poter assicurare al consumatore finale (e soprattutto ai nostri figli) la genuinità e la sicurezza del consumo di un prodotto quale è il pesce (soprattutto quello dei nostri mari).