di Enzo Alibrandi
L'anisakis simplex è organismo patogeno facente parte della famiglia dei nematodi;. L’anisakis è riscontrabile oltre che nei pesci anche nei cefalopodi; basti pensare che proprio in quest’ultimi è più alto il rischio di contrarre l’anisakiosi, in quanto, nell’area mediterranea, si è soliti consumare questi cefalopodi in insalate o preparazioni crude (seppie crude con verdure). Questo perchè, proprio i cefalopodi, possono risultare infestati da larve di anisakis e pseudoterranova (p.decipiens), un altro nematode. Attualmente l’anisakiosi conseguente al consumo di cefalopodi è indicata come zoonosi emergente a livello mondiale. Questa zoonosi è presente anche nei crostacei, soprattutto se non manipolati a dovere, rispettanto le normali procedure igieniche stabilite dall’ASL veterinaria di zona. A causa della cattiva manipolazione, nelle carni del pesce (maggiormente in cefalopodi e crostacei) può essere presente l’agente infettivo del Vibrio  (V. cholerae).

Anche il patogeno Listeria (L.monocytogenes) è presente nelle carni dei pesci e dei cefalopodi (soprattutto seppie). Per quanto riguarda i diturbi creati dall’ingestione di pesce crudo “infetto”, questi si manifestano con diversi aspetti sintomatologici: forti dolori addominali accompagnati nausea e vomito e mal di testa sono i classici sintomi di un infezioni da anisakiosi e, in questo caso, è bene affidarsi alle cure immediate di un medico anche se spesso la cura dell'anisakis è possibile solo chirurgicamente. Infatti, questo nematode, risulta bene visibile sulle carni del pesce come nelle foto presenti in questo articolo. L’anisakis, cosi come gli altri agenti patogeni è presente nel tratto intestinale dei mammiferi marini (Pinnipedi e Delfinidi) e, in diverse specie di Sgombridae (tonno e sgombro) e in pesci di comune reperibilità commerciale come salmone, acciughe, merluzzo. Da notare quindi come questo nematode ma anche gli altri seguano un vero e proprio ciclo vitale in concomitanza di quello degli organismi che ospitano a loro insaputa i parassiti.

E’ comunque necessario, in base ai patogeni presenti e che possono esserlo, attuare una serie di protocolli o piani di controllo da poter essere inseriti dagli operatori ittici, al fine di garantire la massima sicurezza.